sabato 30 aprile 2016

RIUNIONE PUBBLICA PER LA RIQUALIFICA DEL TITOLO DI EDUCATORE PROFESSIONALE - APRIS

RIUNIONE  PUBBLICA PER LA RIQUALIFICA DEL TITOLO DI EDUCATORE PROFESSIONALE - APRIS
3 MAGGIO 2016

Cari colleghi, siamo un gruppo di educatori professionali che hanno conseguito il titolo attraverso
il corso APRIS, iscritti a diverse organizzazioni sindacali ed appartenenti a differenti gruppi ed associazioni. Vi scriviamo per mettere a disposizione del maggior numero di persone possibile le informazioni che abbiamo e per costruire una rete di attiva collaborazione.
Prossimamente si concluderà la vicenda dell'equipollenza ed equivalenza del titolo di educatore professionale, dopo che i percorsi di riqualifica si sono ormai conclusi per le altre figure professionali sanitarie. Per quanto ne sappiamo i decreti per le equipollenze sono di prossima emanazione e non vi sarà incluso il titolo EP Apris. Immediatamente dopo si aprirà il percorso delle equivalenze dei titoli che prevede che, dopo l'uscita di appositi bandi regionali, le singole persone inoltrino le domande di equivalenza alla Regione che farà una prima selezione prima di inviarle al Ministero della Sanità .
Attualmente la posizione della Regione ER è quella di ritenere inammissibili le domande di EP_ APRIS, non permettendoci di accedere a questa ultima possibilità di “sanare” il titolo: le ragioni sono legate alle caratteristiche del corso ed al fatto che abbiamo conseguito il titolo dopo il 27 marzo 1999, data di entrata in vigore della legge 42/1999 … La Regione aggiunge che ritiene tutelata l'occupazione perchè le delibere che normano l'accreditamento dei servizi sociali e socio sanitari autorizzano gli EP -APRIS a lavorare in convenzione....
Riteniamo che questo ci penalizzi ingiustamente perchè non siamo stati noi a definire le caratteristiche del corso ne' a deciderne la data : al 27 marzo 1999 il corso era in svolgimento ed i corsi biennali erano chiusi da tempo, quindi il corso APRIS è stata l'unica occasione per conseguire
il titolo di EP per anni. Concretamente significa che chi è in possesso del titolo APRIS non potrà lavorare in ambito sanitario neppure in convenzione, fare concorsi o spostarsi a lavorare fuori regione. Tutto questo dopo lunghi anni nei quali abbiamo garantito servizi , non di rado in appalto delle stesse AUSL!
Per confrontarsi su quello che sta accadendo, per mettere in comune le informazioni e, soprattutto, per valutare insieme la possibilità di iniziative comuni finalizzate al riconoscimento del titolo vi invitiamo a partecipare alla prossima riunione pubblica che si terrà il giorno

3 MAGGIO alle ore 18.30 presso la sede della CGIL in via  Marconi  n.67/2 

Chiediamo a tutti di far circolare l'informazione.

Gruppo Educatori Professionali Apris per la riqualifica

In allegato vi inviamo la normativa ed altro materiale per approfondire il tema.
Per informazioni
mail paola.alberani@libero.it

Tel 3392590231

martedì 12 aprile 2016

La Rete educatrici ed educatori di Bologna si trasforma nei percorsi che ha contribuito a creare.

La Rete educatrici ed educatori di Bologna si trasforma nei percorsi che ha contribuito a creare.

Leggere il contesto
L'assemblea della Rete delle educatrici ed educatori di Bologna si è nelle ultime settimane interrogata sulle difficoltà che ha sperimentato, a partire almeno da gennaio 2016, nel continuare ad essere uno spazio di condivisione, riflessione ed intervento sul lavoro educativo e sociale in città.
Riconosciamo la Rete stessa come elemento decisivo nell'aver reso possibili una serie di percorsi sul lavoro sociale a Bologna che continuano ed esistere ed operare. Di questi fanno parte i gruppi di lavoro tematici e tutt'ora in attività, l'assemblea mensile del coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori del sociale, i momenti di collaborazione con altre realtà già esistenti da tempo o nate da poco. Ci poniamo però il problema della sostenibilità e dell'opportunità di mantenere la Rete come assemblea autoconvocata permanente.
Allo stesso tempo ci poniamo il problema di continuare a far vivere uno spazio di riflessione, confronto ed intervento sui temi del lavoro educativo e sociale in città.
Si è condiviso, in una discussione non scontata, l'esaurirsi della forma organizzativa che la Rete si era data al suo nascere, nel febbraio 2015: si pone l'obiettivo di fare in modo che i percorsi esistenti trovino un nuovo momento e una nuova forma di condivisione e confronto.

L'importanza di mantenere un appuntamento fisso
Il nostro operare quotidiano è caratterizzato dalla frammentazione delle figure del lavoro, dalla precarietà, dallo schiacciamento del monte ore sull'intervento individuale e frontale, dalla mancanza strutturale di spazi e tempi di progettazione e valutazione collegiale.
Per questi motivi riteniamo ancora fondamentale il mantenimento di un appuntamento fisso di confronto collettivo. Uno spazio che metta in discussione le gerarchie, i ruoli e le procedure del lavoro sociale ed educativo.
Individuiamo questo spazio nell'assemblea mensile del coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori del sociale, uno spazio che contesta nella pratica la divisione e la frammentazione del lavoro in cui siamo immersi, attraverso un'assemblea orizzontale che vede la compresenza di una varietà di figure e sensibilità: educatrici ed educatori di cooperative sociali, educatrici ed educatori comunali, assistenti sociali, ricercatrici dell'università, sindacalisti e sindacaliste di base, attiviste e attivisti delle lotte sociali in città.
Invitiamo dunque tutte e tutti coloro che hanno condiviso il nostro cammino nell'ultimo anno a parteciparvi.

Un metodo di funzionamento: gruppi di lavoro tematici e condivisione collettiva
Riteniamo l'esperienza dei gruppi di lavoro fra le più ricche e produttive fra quelle di cui ci siamo fatti promotrici e promotori. Valgano come esempi il gruppo di lavoro sull'autoformazione, che ha reso possibile l'intrecciarsi dei nostri laboratori con le realtà in lotta per il diritto all'abitare, a partire dall'esperienza dell'ex Telecom occupata, o il gruppo sulle linee guida del bando dei servizi socio-educativi, che ha elaborato una proposta di bando scritta dalle lavoratrici e dai lavoratori di quei servizi, la quale rappresenterà inevitabilmente un metro di giudizio del bando che verrà prodotto dall'istituzione comunale.
Ci poniamo quindi l'obiettivo di rafforzare e moltiplicare i gruppi di lavoro, rendendoli sempre più trasversali alle persone che in carne ed ossa sono attraversate dal welfare cittadino. Creando nuovi gruppi, approfondendo l'esperienza di quelli esistenti.
Crediamo però che tali gruppi di lavoro esprimano tutto il loro potenziale solo nel momento in cui la loro riflessione trova uno spazio collettivo di discussione e rafforzamento. Riteniamo che tale spazio possa essere l'assemblea mensile del coordinamento lavoratrici/tori del sociale. Invitiamo dunque coloro che fanno parte di tali gruppi di lavoro a partecipare a tale assemblea per condividere i loro percorsi.

Sulle realtà con cui siamo entrati in relazione
Il cammino della Rete è stato anche la scoperta ed il confronto con altre realtà che in città si interrogano e lottano per dei servizi sociali ed educativi diversi. Ne citiamo tre, per la continuità del confronto che abbiamo avuto: il lusso di pensare, educatori uniti contro i tagli, il comitato in difesa del welfare cittadino.
Rispetto a questi, ci proponiamo di creare le condizioni per rafforzare i legami che abbiamo costruito. Crediamo nella ricchezza che produce la moltiplicazione dei punti di vista, ed esprimiamo la volontà di costruire percorsi che facciano coesistere l'eterogeneità, che guardino alle connessioni più che alle sintesi. Per questo invitiamo le persone che hanno attraversato la Rete ad aderire ai percorsi delle singole realtà, quando ne condividano attività e discorsi, e soprattutto invitiamo le singole realtà con cui siamo entrati in relazione a partecipare in modo strutturale all'assemblea mensile del coordinamento lavoratrici/tori del sociale. Siamo infatti convinte e convinti che la loro partecipazione non possa che arricchirne le capacità di discorso, analisi ed intervento.

Per non concludere
L'esperienza della Rete è stata significativa e centrale per molte e molti di noi. Condividiamo però l'idea che le forme organizzative siano strumentali ai percorsi e alla lotte, e non viceversa.
Ciò che stiamo mettendo nel freezer è dunque una forma dell'agire collettivo che ci eravamo dati ma che non ha più la capacità di moltiplicare le nostre forze. Ma non ci ritiriamo nel privato, non ripartiamo da zero, cerchiamo anzi di dotarci di forme più adeguate al momento che attraversiamo e ci rigettiamo nel mondo alla ricerca di nuove e nuovi compagn* di strada.
Rete delle educatrici e degli educatori di Bologna
4 aprile 2016