lunedì 2 novembre 2015

Sgombero alla ex Telecom: facile affermare il principio di legalità sui più deboli !

Sgombero alla ex Telecom: facile affermare il principio di legalità sui più deboli !

Leonardo Callegari per AiLes e Csapsa

Qualche giorno fa, Prefettura e Questura di Bologna, con un dispiegamento di forze di polizia imponente, senza alcuna decisione concordata con i Servizi sociali comunali, pur informati, hanno proceduto nello sgombero da tempo annunciato delle oltre 250 persone, tra le quali circa cento minori, occupanti dal dicembre 2014 lo stabile, per 12 anni abbandonato, della ex Telecom di via Fioravanti: occupazione per necessità di senza casa e senza lavoro, che ha incontrato la solidarietà degli abitanti del quartiere e di onesti, sensibili cittadini bolognesi che non si sono accontentati di osservare, giudicare, condannare il “reato” commesso.
L’ennesima vicenda dove le istituzioni, che dovrebbero essere al servizio delle persone e della giustizia sociale, dimostrano comportamenti contrari in nome di principi sacrosanti, quali la legalità, che nessuno vuole mettere in discussione, brandendoli come spade da affondare nella carne viva di disperati, con bambini, che hanno trovato sopravvivenza, sostegno reciproco, sperimentato il “valore sociale” di nuove forme di mutualismo per auto sostentarsi, nella legalità, senza rubare, senza spacciare droga, senza pericolo per l’incolumità di alcuno, in mancanza di risposte dei pubblici servizi.
E’ molto triste vedere questa sollecitudine, con il coro di politici compiacenti (pochi per fortuna) che mai si sono posti la questione sociale degli ultimi, delle risposte concrete da dare a chi adesso ha un problema di sussistenza, se non per congetturare su scenari strategici che fanno dell’architrave della legalità un facile alibi per non cercare soluzioni di mediazione praticabili, che tengano conto dei più elementari principi di umanità e di rispetto della dignità delle persone.
Su questo versante, una risposta importante era stata data dal Sindaco Merola quando ad aprile 2015 con una ordinanza aveva disposto il riallacciamento della fornitura idrica nello stabile in oggetto e nel condominio occupato anch’esso dal collettivo Social Log in via De Maria, per motivi di sanità pubblica e tutela in particolare della salute dei minori, trasgredendo quanto previsto dall’art. 5 della L. 80/2014, nota come “Piano Casa Lupi”, dall’omonimo ministro.
Anche questa “illegalità” è stata oggetto di riprovazione, ma anche di riflessione, da parte di rappresentanti di pubbliche istituzioni, come la vice presidente Gualmini della Regione Emilia Romagna, che hanno condiviso la decisione del sindaco e auspicato una modifica della legge, pur senza giustificare la pratica delle occupazioni.
Appunto, di una legge si tratta, fatta dagli uomini, quindi emendabile, redatta peraltro con il contributo incisivo di esponenti del centro destra, che quando si muovono lasciano il segno, spesso su chi meno può difendersi, che “produce illegalità”, se in nome della umanità bisogna intervenire, comunque, per evitare rischi più gravi.
Una legge, questa, che andrebbe modificata, non per legittimare le occupazioni abusive, che nessuno vuole, solo se ci fossero risposte alternative, ma per ripristinare il senso comune della solidarietà umana che, non ci vogliono grandi strateghi politici, insegna a dare un riparo, da bere e da mangiare agli assetati e agli affamati, quando non hanno niente.
Va da se che non è sufficiente mettere in mezzo alla strada le persone per essere in pace con la propria coscienza legalitaria e dimostrarsi fedeli interpreti dell’interesse collettivo, quando il problema non solo rimane, ma si ingigantisce, con i rischi derivanti dalla disperazione di chi non sa dove andare e come vivere.
Se non altro per i bambini si è aperta, con l’impegno degli assessori Frascaroli e Malagoli, l’ospitalità presso lo stabile dell’ex Galaxy affittato dall’INAIL al Comune di Bologna proprio per far fronte al disastro della emergenza abitativa nella crisi occupazionale e sociale che stiamo attraversando.
Del resto, nello stesso Comune e da parte di organizzazioni del terzo settore (cooperative sociali, associazioni, organizzazioni di volontariato, fondazioni) lo sforzo per cercare strade di mediazione praticabili che possano tenere insieme legalità e solidarietà non è mai mancato, in particolare negli ultimi mesi (come testimoniano le dichiarazioni rese in pubblici incontri, v. allegato)
Non si capisce per l’ex Telecom questa urgenza interventista, questa furia che ci lascia interdetti e dalla quale ci dissociamo. Come cooperatori sociali rimaniamo al fianco delle persone che hanno bisogno di aiuto, e lo facciamo tutti i giorni, costruendo percorsi di inclusione lavorativa e sociale, attivando i singoli, supportando le famiglie, con il sostegno reciproco, la mutualità solidale, non dissociate dalla legalità.
Vorremmo che lo facessimo tutti, per “dire meno” quello che si dovrebbe fare e “fare più” quello che è concretamente possibile realizzare, date le circostanze, con e per le persone a rischio di esclusione, partendo dagli ultimi.

23/10/2015                                                                                                                Leonardo Callegari
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1 commento:

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