martedì 12 aprile 2016

La Rete educatrici ed educatori di Bologna si trasforma nei percorsi che ha contribuito a creare.

La Rete educatrici ed educatori di Bologna si trasforma nei percorsi che ha contribuito a creare.

Leggere il contesto
L'assemblea della Rete delle educatrici ed educatori di Bologna si è nelle ultime settimane interrogata sulle difficoltà che ha sperimentato, a partire almeno da gennaio 2016, nel continuare ad essere uno spazio di condivisione, riflessione ed intervento sul lavoro educativo e sociale in città.
Riconosciamo la Rete stessa come elemento decisivo nell'aver reso possibili una serie di percorsi sul lavoro sociale a Bologna che continuano ed esistere ed operare. Di questi fanno parte i gruppi di lavoro tematici e tutt'ora in attività, l'assemblea mensile del coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori del sociale, i momenti di collaborazione con altre realtà già esistenti da tempo o nate da poco. Ci poniamo però il problema della sostenibilità e dell'opportunità di mantenere la Rete come assemblea autoconvocata permanente.
Allo stesso tempo ci poniamo il problema di continuare a far vivere uno spazio di riflessione, confronto ed intervento sui temi del lavoro educativo e sociale in città.
Si è condiviso, in una discussione non scontata, l'esaurirsi della forma organizzativa che la Rete si era data al suo nascere, nel febbraio 2015: si pone l'obiettivo di fare in modo che i percorsi esistenti trovino un nuovo momento e una nuova forma di condivisione e confronto.

L'importanza di mantenere un appuntamento fisso
Il nostro operare quotidiano è caratterizzato dalla frammentazione delle figure del lavoro, dalla precarietà, dallo schiacciamento del monte ore sull'intervento individuale e frontale, dalla mancanza strutturale di spazi e tempi di progettazione e valutazione collegiale.
Per questi motivi riteniamo ancora fondamentale il mantenimento di un appuntamento fisso di confronto collettivo. Uno spazio che metta in discussione le gerarchie, i ruoli e le procedure del lavoro sociale ed educativo.
Individuiamo questo spazio nell'assemblea mensile del coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori del sociale, uno spazio che contesta nella pratica la divisione e la frammentazione del lavoro in cui siamo immersi, attraverso un'assemblea orizzontale che vede la compresenza di una varietà di figure e sensibilità: educatrici ed educatori di cooperative sociali, educatrici ed educatori comunali, assistenti sociali, ricercatrici dell'università, sindacalisti e sindacaliste di base, attiviste e attivisti delle lotte sociali in città.
Invitiamo dunque tutte e tutti coloro che hanno condiviso il nostro cammino nell'ultimo anno a parteciparvi.

Un metodo di funzionamento: gruppi di lavoro tematici e condivisione collettiva
Riteniamo l'esperienza dei gruppi di lavoro fra le più ricche e produttive fra quelle di cui ci siamo fatti promotrici e promotori. Valgano come esempi il gruppo di lavoro sull'autoformazione, che ha reso possibile l'intrecciarsi dei nostri laboratori con le realtà in lotta per il diritto all'abitare, a partire dall'esperienza dell'ex Telecom occupata, o il gruppo sulle linee guida del bando dei servizi socio-educativi, che ha elaborato una proposta di bando scritta dalle lavoratrici e dai lavoratori di quei servizi, la quale rappresenterà inevitabilmente un metro di giudizio del bando che verrà prodotto dall'istituzione comunale.
Ci poniamo quindi l'obiettivo di rafforzare e moltiplicare i gruppi di lavoro, rendendoli sempre più trasversali alle persone che in carne ed ossa sono attraversate dal welfare cittadino. Creando nuovi gruppi, approfondendo l'esperienza di quelli esistenti.
Crediamo però che tali gruppi di lavoro esprimano tutto il loro potenziale solo nel momento in cui la loro riflessione trova uno spazio collettivo di discussione e rafforzamento. Riteniamo che tale spazio possa essere l'assemblea mensile del coordinamento lavoratrici/tori del sociale. Invitiamo dunque coloro che fanno parte di tali gruppi di lavoro a partecipare a tale assemblea per condividere i loro percorsi.

Sulle realtà con cui siamo entrati in relazione
Il cammino della Rete è stato anche la scoperta ed il confronto con altre realtà che in città si interrogano e lottano per dei servizi sociali ed educativi diversi. Ne citiamo tre, per la continuità del confronto che abbiamo avuto: il lusso di pensare, educatori uniti contro i tagli, il comitato in difesa del welfare cittadino.
Rispetto a questi, ci proponiamo di creare le condizioni per rafforzare i legami che abbiamo costruito. Crediamo nella ricchezza che produce la moltiplicazione dei punti di vista, ed esprimiamo la volontà di costruire percorsi che facciano coesistere l'eterogeneità, che guardino alle connessioni più che alle sintesi. Per questo invitiamo le persone che hanno attraversato la Rete ad aderire ai percorsi delle singole realtà, quando ne condividano attività e discorsi, e soprattutto invitiamo le singole realtà con cui siamo entrati in relazione a partecipare in modo strutturale all'assemblea mensile del coordinamento lavoratrici/tori del sociale. Siamo infatti convinte e convinti che la loro partecipazione non possa che arricchirne le capacità di discorso, analisi ed intervento.

Per non concludere
L'esperienza della Rete è stata significativa e centrale per molte e molti di noi. Condividiamo però l'idea che le forme organizzative siano strumentali ai percorsi e alla lotte, e non viceversa.
Ciò che stiamo mettendo nel freezer è dunque una forma dell'agire collettivo che ci eravamo dati ma che non ha più la capacità di moltiplicare le nostre forze. Ma non ci ritiriamo nel privato, non ripartiamo da zero, cerchiamo anzi di dotarci di forme più adeguate al momento che attraversiamo e ci rigettiamo nel mondo alla ricerca di nuove e nuovi compagn* di strada.
Rete delle educatrici e degli educatori di Bologna
4 aprile 2016

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