martedì 1 marzo 2016

SCIOPERO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI DELLA COOPERAZIONE SOCIALE

Giovedì 3 marzo 2016

SCIOPERO DEI LAVORATORI E DELLE LAVORATRICI
DELLA COOPERAZIONE SOCIALE


Come Rete delle Educatrici e degli Educatori, Educatori Uniti contro i tagli e Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori del sociale di Bologna sottoscriviamo e condividiamo le istanze per cui è stato indetto lo sciopero di giovedì 3 marzo.


Chiediamo il rinnovo del contratto integrativo provinciale!


Sosteniamo questa vertenza e chiediamo alle educatrici e agli educatori coinvolti di aderire allo sciopero e ad altre eventuali forme di protesta che verranno messe in campo per il conseguimento di questi basilari diritti.


Pensiamo allo stesso modo che la riflessione non si esaurisca qui ma intendiamo porre l'accento sul fatto che la precarietà lavorativa e l'inefficacia del lavoro che produciamo siano legate ad aspetti più ampi del vincolo contrattuale come la frammentazione e la separazione dei servizi sociali, sanitari ed educativi, le relazioni di potere interne ai servizi, il lavoro incentrato su gruppi-target invece che di comunità, i tagli generali etc...
Riteniamo che la nostra condizione (come operatrici e operatori del sociale) sia strettamente connessa a quella delle persone con cui lavoriamo. Condizioni lavorative precarie ingenerano infatti processi di (auto)sfruttamento e di riproduzione di meccanismi di controllo e violenza.


In ballo ci sono tante questioni che noi abbiamo sempre difeso e sostenuto:
-il riconoscimento di un inquadramento superiore per gli educatori dei servizi all'infanzia, -garanzie occupazionali nei cambi di appalto,
-un sistema di retribuzione mensilizzata uniforme,
-protocolli per la gestione delle situazioni di crisi.


Siamo convinti che il nostro lavoro abbia bisogno di una riflessione complessa e completa, che porti ad un cambiamento che colpisca non soltanto le condizioni lavorative, ma indirettamente tutte le persone con cui lavoriamo e di conseguenza l'intera società.

Rete Educatrici ed Educatori Bologna             Educatori Uniti contro tagli
Blog: educatoribolognainrete.blogspot.it/                                           Blog: educatoricontroitagli.blogspot.com
facebook: Rete Educatrici ed educatori di Bologna                                       facebook: Educatori Educatori contro i tagli

                                                    Coordinamento dei lavoratori del sociale
                                             lavoratoridelsocialebo@autistici.org

sabato 28 novembre 2015

FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO




Gli Educatori Uniti Contro i Tagli

https://www.facebook.com/Educatori-Educatoricontroitagli-1518129388474028/?fref=ts

http://educatoricontroitagli.blogspot.it/
...presentano...

"NO CUT PARTY n°7"
"Festa dell'Orgoglio Educativo"
Siamo giunti alla settima edizione della nostra festa di autofinanziamento, sperando di riuscire a proporre sempre una situazione ideale per fare festa, per ascoltare musica, per divertirsi, mangiare e bere birra (vino o altro)...e anche per ritagliarci uno spazio di dialogo, di incontro e di confronto.
Vi aspettiamo numerosi!!!

dalle ore 20 - aperitivo con stuzzichini

alle ore 20.30 - proiezione in anteprima a Bologna del documentario "No Mous Story". Sarà presente l'autore Guglielmo Panebianco

Concerti live dalle ore 22.30
- Marco Martucci e Band
- "Eh?"
- Special guest: CUT

...a seguire Dj set con Dj Magma e Dj Rox

Ingresso 3 Euro.

Segnaliamo:
Sabato 21 novembre dalle ore 19 al Vag61 (Bologna), Aperitivo di Autofinanziamento della Rete Educatori ed Educatrici Bologna.

lunedì 2 novembre 2015

Sgombero alla ex Telecom: facile affermare il principio di legalità sui più deboli !

Sgombero alla ex Telecom: facile affermare il principio di legalità sui più deboli !

Leonardo Callegari per AiLes e Csapsa

Qualche giorno fa, Prefettura e Questura di Bologna, con un dispiegamento di forze di polizia imponente, senza alcuna decisione concordata con i Servizi sociali comunali, pur informati, hanno proceduto nello sgombero da tempo annunciato delle oltre 250 persone, tra le quali circa cento minori, occupanti dal dicembre 2014 lo stabile, per 12 anni abbandonato, della ex Telecom di via Fioravanti: occupazione per necessità di senza casa e senza lavoro, che ha incontrato la solidarietà degli abitanti del quartiere e di onesti, sensibili cittadini bolognesi che non si sono accontentati di osservare, giudicare, condannare il “reato” commesso.
L’ennesima vicenda dove le istituzioni, che dovrebbero essere al servizio delle persone e della giustizia sociale, dimostrano comportamenti contrari in nome di principi sacrosanti, quali la legalità, che nessuno vuole mettere in discussione, brandendoli come spade da affondare nella carne viva di disperati, con bambini, che hanno trovato sopravvivenza, sostegno reciproco, sperimentato il “valore sociale” di nuove forme di mutualismo per auto sostentarsi, nella legalità, senza rubare, senza spacciare droga, senza pericolo per l’incolumità di alcuno, in mancanza di risposte dei pubblici servizi.
E’ molto triste vedere questa sollecitudine, con il coro di politici compiacenti (pochi per fortuna) che mai si sono posti la questione sociale degli ultimi, delle risposte concrete da dare a chi adesso ha un problema di sussistenza, se non per congetturare su scenari strategici che fanno dell’architrave della legalità un facile alibi per non cercare soluzioni di mediazione praticabili, che tengano conto dei più elementari principi di umanità e di rispetto della dignità delle persone.
Su questo versante, una risposta importante era stata data dal Sindaco Merola quando ad aprile 2015 con una ordinanza aveva disposto il riallacciamento della fornitura idrica nello stabile in oggetto e nel condominio occupato anch’esso dal collettivo Social Log in via De Maria, per motivi di sanità pubblica e tutela in particolare della salute dei minori, trasgredendo quanto previsto dall’art. 5 della L. 80/2014, nota come “Piano Casa Lupi”, dall’omonimo ministro.
Anche questa “illegalità” è stata oggetto di riprovazione, ma anche di riflessione, da parte di rappresentanti di pubbliche istituzioni, come la vice presidente Gualmini della Regione Emilia Romagna, che hanno condiviso la decisione del sindaco e auspicato una modifica della legge, pur senza giustificare la pratica delle occupazioni.
Appunto, di una legge si tratta, fatta dagli uomini, quindi emendabile, redatta peraltro con il contributo incisivo di esponenti del centro destra, che quando si muovono lasciano il segno, spesso su chi meno può difendersi, che “produce illegalità”, se in nome della umanità bisogna intervenire, comunque, per evitare rischi più gravi.
Una legge, questa, che andrebbe modificata, non per legittimare le occupazioni abusive, che nessuno vuole, solo se ci fossero risposte alternative, ma per ripristinare il senso comune della solidarietà umana che, non ci vogliono grandi strateghi politici, insegna a dare un riparo, da bere e da mangiare agli assetati e agli affamati, quando non hanno niente.
Va da se che non è sufficiente mettere in mezzo alla strada le persone per essere in pace con la propria coscienza legalitaria e dimostrarsi fedeli interpreti dell’interesse collettivo, quando il problema non solo rimane, ma si ingigantisce, con i rischi derivanti dalla disperazione di chi non sa dove andare e come vivere.
Se non altro per i bambini si è aperta, con l’impegno degli assessori Frascaroli e Malagoli, l’ospitalità presso lo stabile dell’ex Galaxy affittato dall’INAIL al Comune di Bologna proprio per far fronte al disastro della emergenza abitativa nella crisi occupazionale e sociale che stiamo attraversando.
Del resto, nello stesso Comune e da parte di organizzazioni del terzo settore (cooperative sociali, associazioni, organizzazioni di volontariato, fondazioni) lo sforzo per cercare strade di mediazione praticabili che possano tenere insieme legalità e solidarietà non è mai mancato, in particolare negli ultimi mesi (come testimoniano le dichiarazioni rese in pubblici incontri, v. allegato)
Non si capisce per l’ex Telecom questa urgenza interventista, questa furia che ci lascia interdetti e dalla quale ci dissociamo. Come cooperatori sociali rimaniamo al fianco delle persone che hanno bisogno di aiuto, e lo facciamo tutti i giorni, costruendo percorsi di inclusione lavorativa e sociale, attivando i singoli, supportando le famiglie, con il sostegno reciproco, la mutualità solidale, non dissociate dalla legalità.
Vorremmo che lo facessimo tutti, per “dire meno” quello che si dovrebbe fare e “fare più” quello che è concretamente possibile realizzare, date le circostanze, con e per le persone a rischio di esclusione, partendo dagli ultimi.

23/10/2015                                                                                                                Leonardo Callegari
A.I.L.e S. Associazione di Promozione Sociale ex L. 383/2000 – CF 91307470376
(Anastasis, Consorzio SIC, C.S.A.P.S.A., Gavroche, Kifasa,
La Carovana, L’Orto, SEACoop, AccaParlante, Amici di Piazza Grande)
Sede: c/o C.S.A.P.S.A. Via S. Maria Maggiore, 1, 40.126, Bologna
Tel. 051/264013 - 264113 Fax. 051/272867 - e mail associazioneailes@libero.it

mercoledì 15 luglio 2015

Qualcuno pensi ai bambini


(ndr. Questo post può riportare opinioni personali)

BOLOGNA- In una società decadente, in lento sgretolamento ci si ritrova spesso ad incappare in scontri di idee difficilmente districabili. Da un lato esistono situazioni di difficoltà oggettive che mettono a rischio la vita di molte persone, la mancanza di un lavoro che si tramuta nell'impossibilità di permettersi un tetto sopra la testa, o la mancanza di documenti regolari che impediscono a molti la possibilità di accedere alle graduatorie per le case comunali.
Dall'altro esistono i paladini della legalità, quelli secondo cui è meglio lasciare morire delle persone nella legalità piuttosto che dargli un tetto, perché le occupazioni semplicemente, sono illegali. La legalità è una bandiera dietro cui molta gente nasconde le proprie paure e i propri limiti, spesso la propria mancanza di umanità. Grazie agli uomini, non certo a dio, esistono alcune realtà che cercano di dare una risposta positiva a questo sgretolamento sociale.
Il nostro percorso di Rete ha incorciato quello degli occupanti dell'Ex Telecom, si tratta di ragazze, ragazzi, famiglie e bambini che abitano uno stabile in disuso e l'hanno trasformato in un posto bellissimo. Non si tratta solamente di "diritto al tetto", ma di "diritto all'abitare", cioè il diritto, a volte anche il dovere, di ogni persona di stare bene nel posto in cui vive, di avere intorno una comunità nel vero senso della parola, una comunità in cui ci si sostiene nelle difficoltà e si condividono le gioie della quotidianità.
Ma nella città rossa, dotta e un po' panzuta c'è chi vorrebbe addirittura aprire un'inchiesta perché un sindaco ha fatto un gesto d'umanità riallacciando l'acqua ad uno stabile in cui vivono decine di bambini, questa volta in via de Maria.
I bambini sono vittime innocenti di un sistema che mette al primo posto la legalità e al secondo, (ma nemmeno secondo, forse al quarantacinquesimo) l'umanità e la solidarietà.
Noi come Rete abbiamo deciso di attivarci soprattutto per loro, per i bambini che vivono nell'occupazione dell'Ex Telecom e che non hanno accesso ai Campi Solari perché non se lo possono permettere, che non hanno accesso a servizi per l'infanzia spesso per problemi burocratici.
A fronte di ciò ci sono centinaia di educatori che durante l'estate restano senza un reddito. Un paradosso se pensiamo a quanto bisogno ci sarebbe della nostra professionalità, soprattutto durante l'estate, quando le scuole sono chiuse e i bambini e i ragazzi restano a casa a girarsi i pollici perché spesso non possono permettersi nemmeno di entrare, ogni tanto, nelle piscine comunali. Proprio durante l'estate ci sarebbe bisogno di offrire delle possibilità e delle attività a questi bambini e a queste bambine per non relegarli ancora di più nell'emarginazione di cui spesso sono già vittime.
Noi siamo dell'idea che il diritto all'infanzia non debba essere negato a nessun bambino e a nessuna bambina.
Per questo motivo abbiamo intrapreso un percorso intrecciato con le ragazze e i ragazzi di Social Log e con le famiglie dell'Ex Telecom per provare a garantire un minimo di diritto all'infanzia a questi bambini.

"Noi stiamo già cambiando il mondo mentre voi lottate per spartirvelo."

giovedì 18 giugno 2015

Comunicato in sostegno allo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio Sociale

Come Rete delle educatrici ed educatori sosteniamo lo sciopero indetto per il 18 giugno dalle lavoratrici e dai lavoratori del Servizio Sociale del comune di Bologna.

Ritroviamo nelle ragioni di questa giornata di lotta le stesse ragioni che ci hanno portato ad intraprendere un percorso di mobilitazione che ha avuto un importante momento di visibilità pubblica con lo sciopero e la manifestazione dello scorso 4 giugno a cui, tra l'altro, molte e molti di loro parteciparono.

Crediamo che solo a partire dai percorsi di mobilitazione si possa contrastare l'assalto in corso ai servizi cittadini e alle nostre condizioni di lavoro e cominciare finalmente ad immaginare e praticare le traiettorie del welfare che vogliamo. Crediamo che il moltiplicarsi dei fronti e dei soggetti in lotta renda più forti tutti i lavoratori e tutte le lavoratrice del sociale che tengono in piedi quel che rimane del sistema di protezione e promozione del benessere di questa città.
Crediamo che la solidarietà reciproca, nel rispetto dell'autonomia dei percorsi di ciascuno, ci renda più forti perché ci consente di riconoscerci in una comune condizione di vita e di lavoro che invece la precarietà frantuma e nasconde; perché ci protegge dall'isolamento che caratterizza spesso la quotidianità di chi nei servizi lavora o di chi dei servizi usufruisce.

Invitiamo dunque l'insieme delle lavoratrici e dei lavoratori del sociale della città a partecipare alla giornata del 18 giugno. Anche coloro che non sono direttamente chiamati allo sciopero, e in particolar modo coloro che sono impiegati in servizi alla cui chiusura estiva corrisponde la consueta interruzione di lavoro e di reddito, e che si trovano in questi giorni a chiedersi se mai arriverà un assegno di disoccupazione o la cassa integrazione.
Se la solidarietà è un arma, torniamo ad imparare a maneggiarla.

Rete delle educatrici e degli educatori di Bologna


venerdì 22 maggio 2015

United we stand, divided we fall!

La creazione di un cammino comune è sicuramente difficoltoso , ma penso che i passi che stiamo facendo tutti insieme stiano andando nella direzione giusta.
Vi ricordo i prossimi appuntamenti:

- Martedì 26 maggio dalle 09.00 alle 12.00
Presidio sotto il palazzo della Regione in viale Aldo Moro per chiedere la creazione di un percorso per la regolarizzazione degli "Educatori Senza Titolo".
Qui c'è il link per firmare la petizione

- Giovedì 28 maggio
Assemblea organizzativa per le prossime iniziative, (ora e luogo da decidere)

- Sabato 30 maggio dalle 10.30
Sala Consiliare Quartiere Porto, via dello Scalo 21
Le traiettorie del welfare a Bologna
Giornata di discussione sulla storia e le trasformazioni in corso nel modello sociale della città
Qui trovate il programma completo

- Giovedì 4 giugno
Iniziativa pubblica per far conoscere alla cittadinanza e alle istituzioni le nostre rivendicazioni.
Abbiamo indetto una manifestazione cercando di unire tutte le realtà che in questi mesi sono diventate parte integrante del percorso che abbiamo intrapreso. Si è pensato ad una giornata di iniziative, partendo da un presidio in piazza Maggiore con modalità ancora tutte da pensare per convogliare poi le forze verso l'incontro in Università in via Filippo Re che ci vede partecipi.

Incontro in università: Intervenire nella crisi. Le nuove sfide nel lavoro dell'educatore
Via Filippo Re, facoltà di scienze della formazione a partire dalle 09.30
Qua sotto il programma:





venerdì 15 maggio 2015

Postiamo: lettera degli Educatori del Comune di Bologna che esprimono il loro dissenso alle logiche con cui si fanno bande e gari d'appalto in questa città e solidarizzano con i colleghi delle cooperative coinvolti.

La lettera degli Educatori del Comune che esprimono il loro dissenso alle logiche con cui si fanno bande e gare d'appalto in questa città e solidarizzano con i colleghi delle cooperative coinvolti:


Bologna, lì 26 marzo 2015

All'Assessore a Scuola, formazione e Politiche per il Personale 
Comune di Bologna
D.ssa Marilena Pillati

Al Direttore Settore Istruzione
D.ssa Miriam Pompilia Pepe

Al  Direttore Dipartimento Risorse Finanziarie
Dott. Mauro Cammarata

Al Direttore Settore Gare
D.ssa Alessandra Biondi 




Oggetto: Considerazioni e criticità determinate dall'esito della Gara per l'Affidamento della gestione dei Servizi socio-educativi rivolti ai minori febbraio 2015- agosto 2016.


Si è tenuta di recente la Gara per l'affidamento dei servizi socio-educativi rivolti ai minori per il periodo febbraio 2015- agosto 2016 con l'aggiudicazione con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Già le vicissitudini dell'aggiudicazione (prima aggiudicazione, rinuncia della Cooperativa Il Mosaico, nuova aggiudicazione all'ATI) hanno comportato importanti momenti di stress e criticità nei servizi per minori, aperti già da settembre2014, a metà del periodo di apertura annuale di molte di queste attività, con il rischio di dover rapidamente interrompere la relazione fra educatori e bambini/ragazzi  in servizi in cui sull'instaurarsi della relazione educativa con i minori (che necessita di tempo ed esperienze comuni) si fonda gran parte dell'intervento e del raggiungimento degli obiettivi.
Ma ciò che è per noi più grave è che l'applicazione di questi criteri per l'aggiudicazione, l'economicamente più vantaggioso attraverso quella combinazione di formule, va a totale discapito della qualità dei servizi che abbiamo nei quartieri progettato e su cui abbiamo fatto con molta responsabilità e attenzione ai costi la descrizione degli interventi, sia per tutta l'attività diretta che per quella parte altrettanto importante che è l'attività cosiddetta indiretta.
La supremazia che, alla fine della somma dei punteggi fra parte tecnica e parte economica, si afferma comunque della parte dello sconto economico è evidente a tutti. L'abbassamento esacerbato dell'offerta economica stravolge ogni graduatoria del merito tecnico.
La necessità ora di programmare i servizi con i Budget scontati del 6% ( e per fortuna non dell11%) comporta le inevitabili conseguenze di scaricare questa riduzione o sul costo del lavoro del personale dei soggetti gestori., o sulla riduzione di ore di attività indiretta, cioè tagliare su attività di programmazione, di documentazione, di rapporto con famiglie e scuole, sul lavoro di rete sul territorio, vale a dire tutte quelle attività che abbiamo cercato di potenziare sempre più; oppure, per conservare almeno parte di questo importante lavoro, ridurre delle ore di apertura diretta dei Centri agli utenti.            
La proposta progettuale presentata dall'ATI di confermare tutte le ore di attività diretta ed indiretta precedentemente già fornite e tutto il personale coordinatore, pur con uno sconto del 6% sul costo totale, ha come conseguenza evidente che tale riduzione si scarica sul costo del personale impiegato delle diverse categorie professionali.
Tale effetto non ci può vedere indifferenti né essere da noi condiviso, anche se inevitabilmente subìto,  per il rispetto e la considerazione professionale che abbiamo di colleghi educatori che svolgono la nostra stessa professione con un altro datore di lavoro.
Auspichiamo che queste osservazioni possano trovare una equilibrata considerazione per le future occasioni di avvisi di affidamenti di servizi alla persona.
Distinti saluti

ASSISTENTI AI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI DEI QUARTIERI


Seguono firme 20 educatori del comune